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I temi sottesi all’obiettivo specifico del bando sono ampi e di diversa natura. Coinvolgono non solo la provincia, ma l’intera Europa all’interno della quale molti sono i Paesi che si trovano ad affrontare problemi analoghi. Non a caso la Comunicazione della Commissione, del 12 ottobre 2006, dal titolo «Il futuro demografico dell’Europa: trasformare una sfida in un’opportunità» [COM(2006) 571 def.] affrontava già cinque anni fa il problema in ambito europeo non solo per i singoli Paesi e evidenziava diversi punti sui quali fare leva:

 

  • Favorire il rinnovamento demografico
  • Valorizzare il lavoro attraverso un maggior numero di posti e una vita lavorativa più duratura
  • Maggiore produttività e efficienza
  • Accogliere e integrare i migranti

Inviti, molti dei quali, sono recepiti nel bando Provinciale.

Se poi ci soffermiamo su un elemento particolare, che interessa il nostro Paese: la disoccupazione giovanile, o meglio la condizione giovanile, viene in mente il fenomeno dei NEET i ragazzi che sono nella condizione di Not Education, Employment, or Training. Giovani adulti disillusi dalla loro esperienza scolastica, spesso non compiuta; in gravi difficoltà nel trovare un’occupazione. Fantasmi, per certi aspetti, che sfuggono alle ricerche statistiche perché non classificabili in nessuna categoria. Tanto che ne è stata creata una apposita. Sembra siano quasi due milioni. E da questo fenomeno la Provincia di Firenze. non è esente

Ricerche svolte all’inizio del 2011 svelano un altro lato del bando: il tasso di disoccupazione in Toscana è passato al 6,1% contro il 5,8% di fine 2009 (7,2% sulla fascia costiera), e il tasso di attività è in calo (dal 68,9% al 68%), con le donne che tendono maggiormente a uscire dal mercato del lavoro (58,9% quelle attive nella regione, 55% sulla fascia costiera). La cassa integrazione cresce del 6,65% nel primo trimestre 2011, con la Cig in deroga che rappresenta ormai il 43% del totale. Più di sei utenti su dieci dei Centri per l’impiego della Provincia di Firenze sono in cerca di prima occupazione, ma il 24 per cento sono cassintegrati o iscritti alle liste di mobilità.

Sono questi i dati emersi da un’indagine compiuta dalla Provincia relativa ai flussi di utenza nei CPI, ai servizi richiesti da parte dei destinatari e al loro gradimento. L’insieme degli utenti, afferma la Provincia, è distribuito equamente fra uomini e donne delle varie fasce di età: il 74,5% è di nazionalità italiana, mentre fra gli stranieri quasi il 40% è composto da romeni ed albanesi.

La convinzione profonda di chi presenta il progetto è che la formazione per l’intero arco della vita possa rappresentare non la soluzione ma un aiuto alla richiesta di sviluppo dell’intera economia regionale. Piano di sviluppo che ha, tra gli obiettivi specifici del piano attuativo di dettaglio, l’attuazione di politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all’integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all’invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all’avvio di imprese. E percorsi formativi finalizzati al sostegno dell’inserimento lavorativo e a prevenire i fenomeni di disoccupazione giovanile e di lunga durata.