Foreda Toscana non persegue scopi di lucro. E’ un’ associazione che si propone di sostenere il sistema d’istruzione e formazione professionale dei giovani e degli adulti in ambito regionale e nazionale, valorizzando le esperienze e i progetti dei propri aderenti, propugnando la pari dignità di tutte le diverse tipologie di formazione e promuovendo nuove iniziative dirette alla diffusione della cultura dell’apprendimento permanente.
Gli obiettivi che i soggetti costituenti si sono impegnati a realizzare sono di promuovere e svolgere attività di studio, ricerca e formazione negli ambiti della Formazione continua, dell’Istruzione e Formazione Tecnica e Professionale, dell’Educazione degli Adulti. Con un’attenzione particolare: rafforzare la dimensione interculturale in tutte le attività.
Intercultura è una parola-concetto e indica un movimento che cerca di mettere in relazione tra loro culture diverse compresenti nella società. Oggi in Italia, come negli altri Paesi europei, l’incontro-dialogo tra i partecipanti delle diverse “culture” è sempre più un’ emergenza sociale e culturale, perché l’inedita rilevanza del fenomeno migratorio è tale che può essere fonte di nuove opportunità, ma anche di nuove forme di esclusione; può divenire via privilegiata per politiche di pura gestione del fenomeno o piuttosto per promuovere nuovi livelli di civiltà. E’ indubbio che la società della conoscenza, per quanto complessa e difficile da realizzare, si va affermando non solo nella scuola e nelle arti ma anche tra gli “stranieri”, tra le culture migranti e quelle autoctone. Dunque, una nuova “poetica” sostenuta dalla componente più attiva della società europea che si rende aperta, attiva nell’accogliere, disponibile al confronto e al dialogo. Si tratta di un percorso-processo i cui termini operativi non sono solo terreno di conflitti ma anche di prospettiva proprio perché opera per un nuovo modello di società plurale, a misura di diritti di cittadinanza per tutte e tutti, indipendentemente dal sesso, dall’età e dalla provenienza. Siamo all’interno di un grande processo di trasformazione, che impegna tutti i Paesi europei a realizzare scelte che, muovendo dalla critica dell’etnocentrismo, riconoscano proprio nella “diversità” sia un principio sia un valore. Ed è a tale processo che s’intende fornire un contributo significativo promuovendo la cultura del dialogo e sostenendo quella componente sociale, portatrice di bisogni radicali e di conoscenze nuove.