LAB.Q5 (Laboratorio Quartiere 5)

In vista della realizzazione del progetto i partners si sono incontrati in data 23 marzo presso la sede di Foreda Toscana per fare il punto della situazione e definire il programma di lavoro in itinere.

 

 

 

Lab.Q5 prefigura lo sviluppo di una rete di enti e associazioni, che in gran parte già operano nel Quartiere 5 di Firenze, al fine di garantire -pur nell’autonomia operativa – una cornice unica e propone la realizzazione di un laboratorio rivolto a sviluppare in una zona periferica della città metropolitana di Firenze partecipazione attiva e inclusione di giovani e adulti a rischio di emarginazione sociale, attraverso pratiche artistiche e culturali e coltivando la dimensione comunicativo-relazionale necessaria a garantire esercizio di cittadinanza attiva. L’intento è di sviluppare un’azione di sistema che guardi alla creazione di una comunità condivisa e impegni “attori” diversi nella formazione di cittadini attivi e consapevoli. Il territorio, dunque, non solo come idea simbolica ma che crei senso di appartenenza e punti di arrivo comuni, pure nel rispetto delle differenze di espressioni, modalità, specificità sociali e culturali.
In particolare, l’impegno della rete dei soggetti attuatori del progetto prevede:
la messa a punto di un laboratorio territoriale permanente che operi nel Quartiere 5;
la produzione di strumenti di supporto alla partecipazione;
lo sviluppo di percorsi artistici da organizzare attraverso la letteratura e il teatro;
una continuità di interventi nei confronti dei destinatari finali.

La presenza di giovani e adulti, autoctoni e migranti, a rischio di esclusione sociale, nella nostra città è ormai un dato strutturale e coinvolge l’intero sistema sociale. La Toscana ha scelto, fin dall’inizio, la strada dell’integrazione/interazione. Tale prospettiva rifiuta sia la logica dell’assimilazione, sia la costruzione ed il rafforzamento di comunità culturali chiuse. In quanto luogo di accoglienza il territorio deve poter essere uno spazio di arricchimento del potenziale cognitivo di ogni persona e di orientamento sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti di tutti: la comunità come luogo di inclusione criticamente organizzata che favorisce e promuove l’eterogeneità delle cittadinanze nella composizione sociale e nei progetti di vita e di lavoro. Potremmo dire che sono queste le caratteristiche che definiscono la via toscana alla “partecipazione”: un percorso abbastanza semplice, anche nel confronto con altre Regioni e in linea con gli orientamenti degli altri Paesi europei.
Naturalmente questa prospettiva per potersi affermare deve essere sostenuta da un insieme di iniziative e di attività tali da superare i molteplici etnocentrismi. Non solo, c’è bisogno anche di una formazione mirata e specifica per tutti gli operatori, rafforzando la presenza di nuove figure professionali in grado di “orientare e accompagnare” il processo di partecipazione nei compiti di accoglienza, di facilitazione del rapporto tra istituzioni, famiglie e realtà lavorativa, di crescita sociale e culturale di ciascuno.

OBIETTIVI
1. Il primo obiettivo chiama in causa alcune realtà istituzionali (Università, Enti culturali, Associazioni che operano all’interno del “Patto formativo” del Quartiere 5, Scuole e Biblioteche del territorio) che s’impegnano in un percorso di ricerca e sperimentazione volto a promuovere attività di inclusione sociale verso soggetti a rischio di marginalità.
2. Il secondo obiettivo individua nella attivazione di “Lab.Q5”, in una periferia della città di Firenze, a forte concentrazione migratoria (cinesi, rom etc.), la possibilità di rafforzare il processo di partecipazione sociale promuovendo pratiche artistiche e culturali e coltivando la dimensione comunicativo-relazionale necessaria a garantire esercizio di cittadinanza attiva.
L’intento è di elaborare un modello di inclusione sociale, teoricamente fondato che
coinvolge soggetti chiave nello sviluppo di una politica di progettazione condivisa e di integrazione fra soggetti diversi;
individua percorsi formativi coerenti con gli interessi dei partecipanti e con le caratteristiche sociali e lavorative del quartiere;
si radica nel territorio con la necessità di creare in ciascuno dei partecipanti identità e senso di appartenenza;
consente ai partecipanti di essere orientati e accompagnati lungo tutto il processo di partecipazione da operatori sociali esperti.

FASI
1. La formazione degli operatori
• Costituzione di un gruppo di operatori
• Messa a punto della R/A e condivisione degli obiettivi da parte degli operatori
• Individuazione dei saperi artistici
Questa fase sarà caratterizzata dalle attività di ricerca e formazione del gruppo degli operatori. Da una parte saranno approfondite le questioni relative alla organizzazione e gestione del gruppo degli adulti, dall’altra sarà avviata una riflessione sugli apprendimenti dei “saperi artistici”: team building, collaborative work, le nuove tecnologie come strumenti e metodo per stimolare e favorire la partecipazione degli adulti.
2. Il Laboratorio di partecipazione
Nel laboratorio saranno coinvolti piccoli gruppi di partecipanti, organizzati per aree di interessi, che avranno il compito di approfondire quei saperi artistici più vicini alle loro sensibilità e per “coltivare” la qualità delle relazioni. Laboratori per narrare, ascoltare, comunicare; per riscoprire insieme percorsi di vita e possibili cammini comuni.