Dalla Didattica a Distanza alla Didattica Digitale Integrata

Foreda Toscana, in collaborazione con l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali e Socio-Sanitari “Luigi Einaudi” di Pistoia, ha presentato un progetto dal titolo: Dalla Didattica a Distanza alla Didattica Digitale Integrata, in risposta ad un bando della Regione Toscana finalizzato alla formazione continua degli insegnanti sui temi della didattica digitale, che è stato valutato positivamente.

La riflessione sottesa al progetto è relativa alle difficoltà che, a partire dal marzo 2020, a causa del Covid-19, le istituzioni scolastiche italiane hanno vissuto. Si è trattato di un’evenienza che ha coinvolto studenti, famiglie e insegnanti; ha scosso le fondamenta del sistema dell’istruzione pubblica che appariva consolidato e ne ha evidenziato le debolezze di fronte all’imprevisto. Nello stesso tempo ha permesso di scoprire modalità che possono innovare la scuola nelle sue articolazioni didattiche e organizzative. Per lunghi mesi la didattica in presenza è stata sostituita da quella a distanza. Ma docenti, famiglie, alunni e studenti vi sono entrati disorientati, come in un mondo estraneo alla loro esperienza. A fatica, hanno sopperito la buona volontà e la dedizione del personale scolastico e delle famiglie, dove e quando è stato possibile. Perché in assenza di strumenti informatici adeguati, una discreta porzione della popolazione scolastica è rimasta esclusa anche da questa opportunità, nonostante la disponibilità e l’impegno delle istituzioni. Non è un caso che in questi due anni si sia registrato un preoccupante aumento della dispersione scolastica in ogni ordine e grado di scuole.

I docenti che hanno dedicato tempo, energie e risorse l’hanno fatto in modo empirico, senza una formazione coerente con le conoscenze e le competenze richieste per usare in modo corretto e scientifico gli applicativi sottesi alle piattaforme informatiche impiegate, oltre che per organizzare e adeguare il loro insegnamento ai nuovi lessici e paradigmi che la digitalizzazione dell’istruzione richiede. Hanno vissuto una situazione di emergenza che ha aumentato la difficoltà per adempiere in modo adeguato ai propri impegni professionali e con questa, il disagio di vivere una situazione sconosciuta, della quale non se ne intravedeva la fine.

Con il passare dei mesi si è iniziato a parlare di didattica digitale integrata e della necessità di adeguare i contenuti educativi a modalità di insegnamento inedite. I dati OCSE ci ricordano che il sistema-scuola italiano, registra l’età media degli insegnanti fra le più alte della UE. Un cambiamento compatto e innovativo è stato ed è ancora faticoso da realizzare.

A fronte di queste criticità, il progetto pone le basi per l’avvio di una scuola digitale, che sappia usufruire delle tecnologie per un’evoluzione verso paradigmi culturali innovativi, sia nelle modalità che nei contenuti. A partire dalla motivazione, che invita al cambiamento imposto da una società in forte evoluzione anche in ambito didattico e educativo. È un passaggio necessario per chi è rimasto parzialmente estraneo ai processi informatici e per i tanti informati che necessitano di un aggiornamento continuo, per superare la fase emergenziale e favorire l’inclusione scolastica grazie a una didattica che utilizza nuovi strumenti. L’istituzione-scuola non intende restare inattiva e si fa carico del suo ruolo, per interagire con i supporti digitali a disposizione.

L’obiettivo primo è la formazione per lo sviluppo di competenze digitali che agevolino gli insegnanti nell’accesso alle metodologie proprie della DDI, per supportare gli studenti perché utilizzino gli strumenti informatici come mezzi di apprendimento, non solo come strumenti ludici. È un intervento funzionale al contrasto della dispersione scolastica e a sostegno di una scuola di qualità elevata, dall’istruzione tecnica a quella professionale, fino agli ITS. Riteniamo che tutti i ragazzi debbano avere la possibilità di usufruire di questi vantaggi, con una maggiore attenzione rivolta ai gruppi deboli e disagiati, per assicurare indistintamente pari opportunità di crescita e di sviluppo culturale e professionale.

L’obiettivo più ampio è porre le basi iniziali per una scuola digitale le cui parole-chiave siano: lavoro collaborativo, apprendimento partecipativo, modalità e contenuti multimediali interattivi, monitoraggio continuo. Le metodologie applicate rispondono ai bisogni che provengono dal progressivo mutamento delle abitudini scolastiche e soprattutto degli schemi comunicativi e cognitivi che passano attraverso nuovi mezzi, nuovi segni e codici, in uno scenario ancora da costruire. All’impiego di strumenti già presenti, quali ad esempio la LIM, occorre aggiungerne altri: le piattaforme digitali per l’e-learning, postazioni e laboratori multimediali, dotazioni hardware alle quali gli insegnanti prima e gli studenti poi, possano accedere con competenza per un loro impiego consapevole. Sono percorsi indispensabili per orientare e accompagnare gli studenti verso attività lavorative che ormai si avvalgono delle tecnologie 4.0.

Insomma, ciò che cambia è una visione globale della scuola. La digitalizzazione richiede, permette, anche di mettere la basi per la creazione di digital library nelle quali archiviare e condividere, fra colleghi, le esperienze didattiche più interessanti, valorizzare i lavori degli studenti e le ricerche che saranno chiamati a realizzare. Ma anche di attivare un’interazione che favorisce il monitoraggio in tempo reale dei risultati ottenuti sia individualmente che collettivamente dalle singole classi o addirittura dall’intero istituto, così da rivedere le criticità incontrate, ridefinire obiettivi per gli apprendimenti nel volgere degli anni, rivedere criticamente l’impostazione del PTOF a secondo dei risultati ottenuti.

La didattica digitale integrata non è l’applicazione meccanica di strumenti informatici al modo usuale di fare scuola. In questa situazione, come sosteneva McLuhan negli anni sessanta, il medium è il messaggio. E, potremmo aggiungere, lo stimolo. Perché il medium agisce da stimolo per l’attenzione del pubblico e, in generale, per la sua intelligenza. Proporre una didattica digitale integrata, significa rivedere l’intera impostazione per il coinvolgimento delle menti, dell’affettività e dell’attenzione degli studenti nei percorsi di apprendimento.  Abbiamo scoperto in questi anni di pandemia quanto sia impegnativo mantenere l’attenzione per lunghi periodi davanti allo schermo di un PC; quanta preparazione richieda lo svolgimento di un incontro perché risulti efficace e quanto sia necessaria la padronanza del mezzo per evitare situazioni di ansia che intralciano o addirittura impediscono lo svolgimento degli incontri. In altri termini, occorre ripensare la didattica nella sua impostazione e in una visione d’insieme che tenga conto delle nuove dinamiche che la partecipazione da remoto innesca. L’intero intervento prevede una modalità didattica che stimoli l’interesse e la motivazione. È questa la chiave di volta che fa la differenza tra la semplice partecipazione e il desiderio di apprendere. I formatori dovranno impostare i loro interventi con la cura di promuovere nei docenti coinvolti, anche attraverso procedure stimolanti, la curiosità e il gusto di ri-apprendere e aggiornare la loro professionalità attraverso nuove competenze. Per questo gli insegnanti coinvolti saranno esortati a produrre delle unità di apprendimento da applicare già al termine del percorso, nelle loro classi. Saranno caratterizzate da contenuti che afferiscono alle discipline professionalizzanti dell’istituto e saranno tali da essere, con i dovuti correttivi, replicabili in altre situazioni didattiche. Un’attenzione speciale rivolta alle tematiche specifiche che interessano gli studenti diversamente abili, in particolare con BES e DSA.